In realtà il primo documento storico che attesta la presenza della fortificazione risale al 1067.
Situato in cima a un colle alto circa 500 metri, la Rocca Sillana occupa una posizione strategica dominando tutta la val di Cecina. Nel 1221 il castello e il borgo di Sillano entrarono a far parte del comune di Volterra per poi passare nel 1300 a Firenze e in particolare a Martino Magli da Casole d’Elsa. L’aspetto attuale del castello è il risultato di una serie di interventi realizzati dal XI al XV secolo. All’impianto originario della fortificazione, costituito da un torre a pianta quadrata protetta da una cerchia muraria, sono state poi aggiunte le mura poligonali, le torrette e la gigantesca cortina muraria realizzate per difendere la fortificazione dalle nuove tecniche militari ideate grazie all’introduzione della polvere da sparo.
Intorno alla Rocca si sviluppa ad anello, il borgo di Sillano anch’esso fortificato. Le mura conservano inoltre tracce dei due ingressi principali (Porta Volterrana e Porta san Rocco) che prevedevano un complesso sistema a tenaglia costituito da altre tre porte successive inserite all’interno di un corridoio murato.
Dopo molti anni di abbandono la Rocca Sillana è stata restaurata grazie all’investimento del comune di Pomarance e ai finanziamenti europei. Finalmente si può visitare il castello, ammirarne il borgo e il cortile, osservare i maestosi interni del fortilizio e vagare per parte della torre e dei camminamenti. Per raggiungere la Rocca Sillana occorre prendere la strada che collega San Dalmazio a Lanciaia. Occorre poi lasciare l’auto al parcheggio della Rocca e raggiungerla effettuando una passeggiata (in salita ma è agevole) di circa 15 minuti.
La Rocca Sillana è visitabile da maggio a settembre il lunedì, il giovedì e il sabato dalle 17:00 alle 21:00. Negli altri giorni le visite sono possibili solo per gruppi e unicamente tramite prenotazione. Da ottobre a fine aprile Rocca Sillana sarà aperta solo su prenotazione e per gruppi composti da almeno 10 persone: per informazioni e prenotazioni e-mail [email protected], tel.+39.
Foto di D. Dainelli pubblicate per gentile concessione del Comune di Pomarance.
La Rocca Sillana – Località San Dalmazio – Lanciaia
Biglietto: 3 euro (visita guidata 5 euro)
Per informazioni
Ufficio relazioni col Pubblico del Comune di Pomarance
tel. 0588/62381 e 0588/62306 +39335/1278691
email [email protected]
web http://pomarancecultura.wordpress.com
L’area dei cantieri (dei quali restano solo quelli medicei a est della Cittadella) non deve essere confusa con il porto Pisano che si trovava nelle vicinanze dell’area occupata oggi dalla Fortezza Vecchia a Livorno.
Degli edifici del XIII e XIV secolo restano soltanto gli archi di mattoni inseriti nel muro di difesa lungo l’Arno, e le arcate dei capannoni. Con l’occupazione fiorentina e l’interramento del porto, venne costruita (1406) una fortificazione a presidio della città battezzata Cittadella Vecchia per distinguerla da quella Nuova costruita dall’altro lato del fiume. Fu anche edificata la Torre Guelfa, “sorella” della Torre Ghibellina in precedenza eretta all’angolo sud-ovest e andata distrutta.
La Cittadella fu gravemente danneggiata durante i bombardamenti che colpirono Pisa durante la Seconda Guerra Mondiale. La Torre Guelfa andò completamente distrutta e fu ricostruita (1956) nel suo aspetto originario. Al momento la Torre è chiusa al pubblico.
La Cittadella (Vecchia) e La Torre Guelfa
Indirizzo Lungarno Ranieri Simonelli
La fortezza originaria (chiamata Nuova per distinguerla dalla Cittadella più vecchia posta dall’altra parte del fiume), costruita nel 1468 fu distrutta da una rivolta e ricostruita nel 1512 su un progetto dell’architetto fiorentino Giuliano da Sangallo. I bastioni visibili da piazza Toniolo e da via Sangallo presentano ancora le bocche per cannoni e bombarde rivolte contro la città: la Fortezza Nuova fu infatti uno dei primi bastioni militari italiani edificati tenendo conto dell’impiego delle armi da fuoco.
Gravemente danneggiata dai bombardamenti alleati durante la Seconda Guerra mondiale, la Fortezza Nuova e il giardino hanno subito vari restauri, l’ultimo completato nel 2008.
L’ampio giardino all’interno è stato realizzato nel XIX secolo da Giovanni Caluri per la famiglia Scotto che acquistò nel 1798 la fortezza da Pietro Leopoldo di Lorena. Il giardino faceva parte del palazzo Scotto-Orsini andato completamente distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’interno del Giardino Scotto comprende un parco giochi per bambini, un camminamento lungo le mura delle fortificazioni (in gran parte inaccessibile al pubblico), delle scale, un anfiteatro naturale e un giardino ricco di piante centenarie (il gigantesco platano che sovrasta tutti gli altri alberi fu piantato in occasione di uno spettacolo teatrale di Carlo Goldoni rappresentato al “Verdi”).
Il giardino Scotto è un luogo frequentato da studenti, famiglie e turisti per godere di qualche momento di pace nel verde e al riparo dai rumori del traffico e della città.
Fortezza Nuova e Giardino Scotto
Si accede al giardino dal Lungarno Leonardo Fibonacci o da via di Fortezza (traversa di via Bovio)
Accesso gratuito: gennaio, novembre e dicembre dalle 9:30 alle 16:30; febbraio, marzo e ottobre dalle 9:00 alle 18:00; aprile dalle 9:00 alle 19:00; maggio, giugno e settembre: dalle 9:00 alle 20:00; luglio e agosto dalle 8:00 alle 20:00.
]]>Percorrendo la strada che collega Pisa con Calci, Uliveto Terme e Vicopisano (Strada provinciale Vicarese), poco dopo essersi lasciati alla spalle la deviazione per Calci si scorge la suggestiva Torre di Caprona (piccola frazione a 16 chilometri da Pisa), posta in equilibrio quasi surreale su uno sperone roccioso che cade a strapiombo. Quella che vediamo oggi è il rifacimento ottocentesco della fortificazione degli Upezzinghi, eretta nel Medioevo a guardia della pianura e citata nel XXI canto dell’Inferno (versi 94-96):
“così vid’io già temer li fanti
ch’uscivan patteggiati di Caprona
vegendo sé tra nemici cotanti”
Con queste parole Dante Alighieri rievoca il vittorioso assedio dei fiorentini e la resa degli assediati nella storica battaglia che nel 1289 ebbe luogo in questa pianura tra fiorentini e pisani, in occasione dell’attacco a Vicopisano, una delle più importanti roccaforti ghibelline. Alla battaglia prese parte lo stesso poeta, arruolato tra i quattrocento cavalieri al seguito di Nino Visconti e i versi sono un esplicito riferimento alla paura che hanno dopo la resa hanno le truppe pisane scrutando il grand numero di soldati fiorentini.
La torre non è visitabile.
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