La Torre di Pisa campeggia sullo sfondo di Istella (www.istella.it e la parola significa stella in sardo e non ha alcun riferimento al mondo Apple) il motore di ricerca di Tiscali, costato un bel po’ di quattrini e circa 15 anni di lavoro, al cui interno batte un cuore pisano. Eh sì: la nuova scommessa di Renato Soru è infatti un engine che affonda le sue radici nelle “tecnologie” del mitico Arianna sviluppato nel 1996 in collaborazione tra IOL e l’Università di Pisa, acquistate da Tiscali nel 1999.
Non solo parter tecnologici del progetto sono l’Università di Pisa e il CNR che hanno reso possibile la creazione di un motore di ricerca, Istella, che non è l’ennesimo clone di Google, ma qualcosa che prova ad essere diverso. Nato con lo slogan “ricerca, condivisione e partecipazione” è un engine figlio dei tempi recenti: oltre ad algoritmi di indicizzazione prevede la condivisione e i contenuti generati dagli utenti (ma non solo) come le moderne piattaforme social network. Previa iscrizione infatti chiunque può dare il suo contributo nell’affinare, dettagliare e arricchire i contenuti. Tiscali ha però realizzato accordi di collaborazione con partner di prestigio: Istituto Treccani, l’agenzia di stampa LaPresse, l’Istituto Centrale per gli Archivi del ministero dei Beni Culturali, l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico del ministero dei Beni Culturali, la Guida Monari e Blom Compagnia Generale Ripreseaeree. Grazie a questo Istella non fornisce in risposta alle keyword solo link ma informazioni, contenuti. La cartografia è fornita da Here (parte del gruppo Nokia) nell’ottica di non offrire soltanto il solito servizio di geolocalizzazione ma di “scoprire ed esplorare il contesto” partendo dalla storia dei luoghi (la stessa porzione di territorio può essere osservata nella sua evoluzione negli anni) e dalle località.