La corona imperiale, lo scettro e il globo, tutti oggetti realizzati in argento dorato. Questo è il tesoro trovato nel sarcofago (realizzato da Tino da Camaiano) dell’imperatore Arrigo VII (Enrico VII) del Duomo di Pisa in piazza dei Miracoli, aperta da un gruppo di studiosi di Opera Primaziale e dell’Università di Pisa pochi giorni prima del convegno “Enrico VII, Dante e Pisa” svoltosi dal 24 al 26 ottobre. Oltre al tesoro è stato rinvenuto quello che è oggi per dimensioni il tessuto più importante del Medioevo: un “telo” di tre metri per 120 centimetri in seta con fasce rosa-azzurre e con il disegno di due leoni che si affrontano che avvolgeva il corpo dell’imperatore.
Arrigo VII, morì nell’agosto del 1313 a Siena (precisamente a Ponte d’Arbia), era come testimoniano i resti ben conservati un colosso per i tempi nei quali è vissuto: era alto infatti 178 centimetri, molto sopra la media del suo tempo. Grazie al teschio rinvenuto si potrà ricostruire il volto dell’imperatore e dai resti dello scheletro si potrà risalire alle cause della morte: malaria o avvelenamento. Dalle prime osservazioni pare che per trasportare la salma, dal luogo della morte a Pisa, e conservarla in buono stato di conservazione, il corpo sia stato bruciato. Le ossa infatti sono ben conservate.
Obiettivo del comune e dell’Opera del Duomo è trovare una soluzione per esporre al pubblico questi ritrovamenti e il tesoro imperiale.