La conferenza stampa del 19 maggio ha illustrato nel dettaglio le scoperte rinvenute in seguito alla riapertura della tomba di Enrico VII nel Duomo di Pisa. Il sarcofago è stato aperto nel 2013 svelando la reale importanza del tesoro custodito per sette secoli all’interno della cassa: oltre ai simboli del potere (corona, scettro e globo in argento dorato) la sorpresa maggiore è stata il ritrovamento di drappo rettangolare che avvolgeva i resti dell’imperatore (rarissima testimonianza della produzione tessile del XIV secolo): un telo di 300 cm di lunghezza per 120 di larghezza realizzato in seta a bande orizzontali alte circa 10 cm, alternate nei colori nocciola, rosato (dal rosso originale), e azzurro. Corona, scettro e globo in argento dorato richiamano l’iconografia del resoconto (illustrato in 73 miniature) del viaggio in Italia dell’Imperatore commissionato dopo il 1330 dal fratello Baldovino, arcivescovo di Treviri, e ora conservato a Coblenza nel Landeshauptarchiv.
Durante l‘evento pisano è stato reso noto che altre rivelazioni sui resti di Enrico VII arriveranno presto da Francesco Mallegni, antropologo dell’Università di Pisa, che ha provveduto alla ricomposizione dello scheletro e del cranio, risultato molto guasto nella zona facciale. Tali operazioni, con i necessari interventi di restauro e l’applicazione di opportune metodologie, hanno consentito per ora di valutare la statura in vita dell’imperatore, risultata di circa 1,78 metri e di valutare l’età alla morte in circa 40 anni.
L’ispezione della tomba è stata un’impresa impegnativa, che ha richiesto la collaborazione di Arcivescovado e Capitolo della Cattedrale, Opera della Primaziale Pisana, Soprintendenza BAPPSAED e dell’Università di Pisa. Gli oggetti rinvenuti saranno messi in mostra al Museo dell’Opera del Duomo.