Ben visibile per il suo colore azzurro che spicca sul Lungarno meridionale, a pochi passi dal Ponte di Mezzo, l’antico palazzo nobiliare, recentemente restaurato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa che lo ha acquistato, è un centro di attività culturali ed espositive gestito dalla Fondazione Palazzo Blu inserito nel progetto cittadino di valorizzazione turistica del circuito dei musei che si affacciano sul Lungarno.
Nell’area in cui sorge il Palazzo Blu si trovava un complesso di edifici che dall’epoca precomunale in poi ha subito molteplici trasformazioni ed ha ospitato le dimore di molte famiglie nobiliari pisane. La struttura principale del Palazzo risale al tardo Cinquecento e fu mantenuta fino al Settecento, mentre gli ultimi significativi interventi risalgono a poco dopo l’Unità d’Italia. Palazzo Blu ospita l’esposizione permanente della collezione d’arte della Fondazione CariPisa, organizza grandi mostre su personalità storiche pisane (Galileo Galilei, Ippolito Rosellini) e su artisti internazionali che hanno operato nel Novecento sulle rive del Mediterraneo (Chagall, Mirò). Cura inoltre delle mostre che presentano le nuove acquisizioni o approfondiscono aspetti della propria collezione e organizza laboratori didattici per le scuole.
L’importante collezione è iniziata con gli acquisti della Cassa di Risparmio di Pisa fra il 1950 e il 1980 e si è arricchita con donazioni di collezionisti e artisti locali e con nuovi acquisti. La collezione permanente consente ammirare opere di pittura, scultura, grafica e manufatti artistici dal trecento a oggi esposte nelle sale del Palazzo tramite un suggestivo allestimento che ricostruisce alcuni ambienti dell’antica dimora signorile con tanto di arredi originali.
Tra le opere più rilevanti sono da segnalare il “Polittico di Agnano” di Cecco di Pietro, la “Madonna con bambino e santi” di Taddeo di Bartolo, affreschi di Benozzo Gozzoli (come “La Vergine, San Giovanni e angeli ai lati della croce” ritrovato nella chiesa di san Benedetto), quadri di Vincenzo Foppa (“san Bernardino”), di Artemisia Gentilischi (“Clio la musa della storia”). Vi sono inoltre sculture di Nino Pisano (“Il Cristo” ligneo”) e l’intera raccolta di Ottavio Simoneschi (pitture, monete e mobili antichi), incisioni di Viviani e manufatti di maestri dell’alabastro.
Molta ricca è la collezione di quadri e dipinti del XIX e XX secolo. Tra le circa 150 opere esposte meritano senz’altro una citazione quelle di Luigi Gioli (“Alberata di Pioppi”), Ernesto Treccani (“Autoritratto”), Orfeo Tamburi (“Case e rue Habillon”), Giovanni Boldini (“Contadine di Le Puy”), Virgilio Guidi (“Marina di san Giorgio”), Bruno Saetti (“Natura morta con frutta”), Gianni Bertini (“L’Apocalisse”) e Filippo De Pisis (“Natura morta con mortaio”).
Il Palazzo dispone inoltre di confortevoli spazi per eventi interni ed esterni alla Fondazione: un moderno auditorium con attrezzatura multimediale (130 posti a sedere), un ampio foyer e una Caffetteria. Completano le infrastrutture un bookshop specializzato in pubblicazioni d’arte e gli uffici della Fondazione Palazzo Blu e della Fondazione CariPisa.
La tonalità “celeste color del cielo” che riveste l’esterno del Palazzo può oggi apparire un colore stravagante: eppure risale alla fine del ‘700. E’ stata infatti recuperata la stessa tonalità di azzurro trovata negli strati più antichi di pittura della facciata, probabilmente dovuta al gusto di alcuni ospiti di San Pietroburgo che soggiornarono all’epoca nel palazzo.
Foto di Gronchi FotoArte pubblicate per gentile concessione della Fondazione Palazzo Blu.
Palazzo Blu Palazzo d’Arte e Cultura (Palazzo Rosselmini Gualandi)
Lungarno Gambacorti, 9
Tel. 050/916 950
e-mail [email protected]
Web: www.palazzoblu.org
Accesso disabili
Ingresso gratuito (per le Collezioni della Fondazione CariPisa e Mostre Dossier): dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 18.00 e dal sabato alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 19.00 (ultimo ingresso mezzora prima della chiusura).
Chiusura: Lunedì
Visite guidate a pagamento in lingua italiana, inglese, francese e tedesca, su prenotazione.
L’ingresso alle mostre temporanee è a pagamento