La facciata di san Francesco, interrotta al primo ordine, non lascia intuire la maestosità degli interni.
A una sola navata e con copertura a capriate l’imponente interno della chiesa di san Francesco è segnato da una fascia centrale costituita da lastre tombali (secoli XIV e XVIII) che corre lungo il pavimento dall’ingresso fino all’altare.
Lungo ogni lato sono posti altari impreziositi da tele del XIV e XV secolo, tra le quali Il Battesimo del Redentore dell’Empoli (sopra al primo altare sulla destra) e San Francesco riceve le stimmate (quarto altare sulla destra) di Santi di Tito. Proseguendo sempre sulla destra, dopo il quarto altare si apre la Cappella di Santa Filomena con lastra tombale (1414), la Tomba della famiglia Maggiolini, decorata con Cristo, Madonna, San Giovanni e angeli e sormontata da un’edicola marmorea.
In origine la chiesa di San Francesco era ancor più ricca di opere d’arte: qui infatti erano esposti i dipinti “San Francesco che riceve le stimmate” di Giotto e “la Madonna in trono” di Cimabue sottratte durante l’occupazione napoleonica e oggi esposte al museo del Louvre di Parigi.
La Pala Marmorea (policromata e dorata) di Tommaso Pisano, posta dietro l’altare centrale e raffigurante la Madonna con Bambino Angeli e Sei santi (1370) si distingue con il suo candore dall’ambiente circostante, mentre volgendo lo sguardo in alto si apprezza il ciclo di affreschi del Maestro degli Ordini realizzati sulle volte e lungo i pennacchi.
Le cappelle, tre per lato, affiancano l’altare maggiore. Nella terza cappella a destra di quella maggiore si trova il polittico Crocifissione e Santi di Spinello Aretino, mentre è nella seconda cappella a destra che (come ricorda una lapide) furono sepolte le ossa del Conte Ugolino della Gherardesca e dei suoi familiari per poi essere trasferite nel chiostro attiguo al quale si accede da una porta posta nella parete sinistra.
Lungo la base dell’arcate maggiore, proprio in prossimità dell’ingresso che conduce alla chiesa, si trova la “Tomba di Francesco da Buti“, uomo politico pisano, erudito e primo commentatore della Divina Commedia di Dante.
Sempre sullo stesso lato si accede alla Sala del Capitolo (occorre chiedere la chiavi al bar del circolo della chiesa). Chiamata anche Sala di San Bonaventura (il santo vi avrebbe presieduto il capitolo generale dell’ordine nel 1263) l’aula impreziosita da due trifore è stata affrescata nel 1392 dal pittore di scuola giottesca Niccolò di Pietro Gerini (che ha decorato la sacrestia della Basilica di Santa Croce e la Loggia del Bigallo a Firenze): il ciclo raffigura episodi della vita di Cristo.
Foto di Veronica Lorenzetti
Lo sapevate che:
… Percorrendo il lato minore sinistro (tenendo le spalle alla chiesa di San Francesco) del chiostro si nota la lapide che segna il luogo dove sono stati sepolti i resti del Conte Ugolino della Gherardesca. Morendo infatti da traditore l’uomo non poteva essere sepolto insieme ai suoi familiari seppelliti nella monumentale tomba di famiglia che si trovava all’interno della chiesa. In seguito allo smembramento della tomba e a una rivalutazione del Conte, i resti di lui e dei suoi familiari furono posti prima nella seconda cappella a destra dell’altare e poi traslati appunto nel chiostro.
San Francesco
Piazza san Francesco 1
Ingresso gratuito: ogni giorno dalle 9:00 alle 12:15 circa e dalla 16:00 alle 18:00